MOSTRA COLLETTIVA ACQUARELLO

Venerdi' 27 Marzo 2009 ore 18.30 - fino al 5 Aprile



Inaugurazione della mostra “RITMI” Collettiva di acquarello
espongono
Daniela Bettella- Adriana Ederle- Simonetta Gazzola- Rosa Lovisetto
a cura di Roberta Morgante
La mostra rimarrà aperta fino al 5 aprile.
Orario: lunedì / venerdì 16.00 - 19.30, sabato e domenica 10.30 -12.30 / 16.00-19.30.


RITMI


Il pittore della natura che dipinge la “sensazione” degli oggetti, fa diretta esperienza della reversibilità della sensazione, cioè del suo mantenersi contemporaneamente aperta verso il soggetto e l’oggetto, in forza della loro coappartenenza originaria
La natura non è quindi all’esterno del soggetto. Il pittore è preso nelle cose e la visione si fa in lui, “eco” o “equivalente interno” della presenza delle cose nel mondo, “diagramma della loro vita nel mio corpo”. Il pittore organizza la visione in un tracciato visibile, secondo una logica dei sensi, una particolare costruzione aconcettuale, che ci consegna le cose nel loro farsi nella durata dello sguardo, nel loro prendere consistenza anche nelle componenti multisensibili che la visibilità può veicolare. In quest’organizzazione della visione, il pittore lascia agire quella sensibilità originaria, primordiale, multisensoriale che precede la distinzione dei vari campi sensoriali, una potenza più profonda, che attraversa ogni campo sensibile: il ritmo. Il ritmo “appare come musica quando investe il campo uditivo e come pittura quando investe il livello visivo”.
Il concetto di ritmo, di cui si fa largo uso in pittura, esprime efficacemente l’idea di una forza che tiene unite, in un insieme coerente, della differenze di intensità percepite. Il ritmo pervade il quadro, imprime un andamento al gioco di forze che presiedono alla formazione degli oggetti e consente di percorrerlo secondo la particolare cadenza che lo anima.
Non sempre però questo tracciato è portato a piena espressione, ogni pittore fa l’esperienza della “catastrofe” della visione. La pittura dal vero, in particolare en plein air, è un tipo di pittura rischiosa. La natura è sovrastante e in continuo mutamento. La visione impara a vedere attraverso un esercizio severo, costante, una lotta continua tra un senso di inadeguatezza e la necessità di fedeltà alla sensazione, di rimozione totale del cliché.
Un preciso angolo di universo, ad una data ora, inclina verso una particolare condizione che si organizzerà e prenderà forma intorno ad un punto di vista. Si tratta di farsi trovare dal paesaggio che, in un certo senso, detta l’inquadratura e instaurare un contatto. Pervenire ad un punto di vista, non è avere un affaccio su qualcosa che è semplicemente lontano ed esterno, significa dimorare in quel pezzo di mondo, farne parte. Viverlo come la propria casa o il proprio territorio, convertirlo in un insieme sensato per chi lo abita.
Le nostre spericolate artiste inseguono ognuna la propria ricerca, la propria via di messa in forma delle affluenze percettive, piegando le potenzialità del mezzo nella direzione cercata. La trasparenza del colore nell’acquarello rende questo tipo di pittura estremamente affascinante e versatile: svela il misterioso processo del farsi della visione, la strada che prendono le cose per materializzarsi sul supporto nella loro profondità, ma contemporaneamente allude alla precarietà della visione, alla possibilità di dissoluzione delle cose nell’indistinto; produce nitore e brillantezza del colore, ma anche può conservare nella pennellata tracce di variazione di intensità, implicare la forza del gesto che l’ha impressa, manifestare la direzione dell’onda che il colore ha seguito per dilagare, e consentire così composizioni musicali, costruzione di campi di forze.


Allegato: ritmi_loc.pdf (89.3Kb)
Allegato: invito_F..pdf (220.6Kb)
Allegato: invito_R.pdf (42.3Kb)

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