MOSTRA DI PITTURA

Lunedi' 29 Maggio 2006 ore 18.00


La pittrice argentino-patagonica LILA URSINO
prima di tornare in Argentina, ci incontrera' per parlare della sua pittura e mostrarci i suoi quadri: un'occasione da non perdere per entrare nel mondo di un'artista della Patagonia.



Per saperne di piu': www.lilaursino.splinder.com



LILA URSINO
TERZO PREMIO CONCORSO „SCRIPTA MANENT“ CITTÀ DI COMO

“DI LÀ E DI QUA, PRIMO PENSIERO”

Il sogno lascia libero l‘uomo.
Non saprei dire da dove mi viene questa convinzione, ma la pittura e la mia vita sono la stessa cosa.
Non saprei dire nulla di più.
Sono osservatrice perché sono pittrice?
Oppure sono pittrice perché sono osservatrice …
Enigma destinato a restare senza soluzione.
Per quanto riguarda l’osservazione oggi sono costretta a farlo ogni giorno di più“
Dopo lunghe ore d‘aereo e altrettante di treno; in questa cittá, resta la mia traccia…

Secondo pensiero.
„Eppure, tu non mi conosci… E mi fai un grosso torto lasciandomi terrorizzata… Questo é un racconto scritto sotto forma di confessione.
Dunque spesso, pieno di difetti.
Eppure, tu non mi conosci proprio… Peró, la storia ancestrale è nel mio sangue, nei miei geni… Forse i miei antenati hanno calpestato queste strade. Sebbene non esistessero né confini né aerei.
Forse i miei occhi, che guardano il mare.
Forse lo sguardo a sud.
A sud da qualsiasi luogo nel mondo… Sempre a sud.
Forse i miei occhi, che guardano il mare, sono gli stessi occhi con i quali mio nonno guardava a sud, dove ero io“.
Trovo in qualcun ufficio statale un gesto di fastidio. Per fortuna trovo anche molta gentilezza e il rispetto al mio diritto umano…

Terzo pensiero.
„Le mura, le torri medioevali mi chiamano… mi parlano con il loro rumore di storie e di battaglie. Con tutte quelle pazze erbe che crescono tra pietra e pietra, senza terra e troppa umiditá“.
Quando si combatte, non si ha il tempo di discutere. Bisogna obbedire e basta.
Mio nonno raccontava cosí. Quando nella guerra era in trincea…

Quarto pensiero.
„No!. Non è cosí. Il nonno nel medioevo non era ancora nato… É chiaro le guerre, si somigliano sempre, anche oggi, come in quell‘epoca“.
Strade strette per le gambe e lo sguardo abituati, a grandi estensioni… che lá, sembrano infinite.
Una stradina, un‘altra e un‘altra... Si apre come una bolla d‘aria e trovo il Duomo…

Quinto pensiero.
„Centro di potere, ma soprattutto di meditazione e di cultura.
Il Duomo ha sempre costituito il fulcro della tradizionale societá cattolica comasca… piuttostto lombarda“.
Certo, nell‘aria non c‘è l‘odore di incenso, in questo tempo che la chiesa rappresenta per il turismo una passeggiata in piú.
Nel paradossale silenzio rumoroso di questo luogo speciale, ho avuto la benedizione di ascoltare musica sacra…

Sesto pensiero.
„Mi incanto e mi sento in estasi, al limite del pianto.
Guardo intorno. Tutto è in accordo con il suono della musica.
La giusta misura dell‘acustica.
Mi sembra di vedere, in armonioso ordine il coro dei monaci secondo il registro dalla voce… Ma no !. I monaci non ci sono… Oppure non si vedono.
Trance, estasi, peró non sempre è cosí.
Ma a me piace contraddirmi.
È per questo che ogni tanto rileggo le mie vecchie memorie.
Sto arrivando adesso in riva al Lago di Como. Lo guardo da Piazza Cavour.
Ha una capricciosa topografía. Dicono è tra i piú grandi d‘Italia…

Settimo pensiero.
„Non mi sembra troppo grande… nella mia Patagonia ci sono laghi giganti…Oh! Che sciocca sono!. Una volta, tanti anni fa, ero davanti questo stesso lago e piangevo fino a che il pianto diventava un riso quasi isterico.
Dicevo tra me e me: chissà quanta gente desidera stare qui. Questo è un luogo ambito, che desta la cupidigia di molti ! ?…
Allora le lacrime scorrevano, restando nel ridicolo“.
Nessuno mi costringe a descrivere o dipingere dettagliatamente il ritratto della cittá, il lago, le strade, le torri, i musei, le gallerie, l‘arte in se stessa.
Ma tutto è implicito, tutto è formulato e detto, tutto è fatto per diritto acquisito, tutto è pensato e affermato, tutto, insomma ..è pitturato e plasmato.
Tutto rimane fisso e fermo. Allo stesso tempo c‘è qualcosa di mutabile.
Nell‘ interno qualcosa di irrequieto, vuole uscire, vuole esplodere…
Peró il peso dalla cultura è una mole grossa e opprime fortemente…

Ottavo pensiero.
„Quando la fantasia si ecciterá e trasfigurerá la realtá, avró cura di incoraggiarla, di aiutarla, e di non domarla.
Non mi lascieró spezzare.
Perché sono nata pittrice e perché, sia come sia, nessuna espressione artistica si puó uccidere“.
Cittá Lombarda. Questa Lombardia forte, arrogante, festosa e incantevole.
Troppi pesi massimi. Incomprensibili quando nel globo terrestre la sua dimensione è come quella d‘un grano di maís.
Una domenica di metá agosto, piena estate, pieno sole.
Sono salita sulla montagna di Plesio, uno dei luoghi piú belli delle Alpi…

Nono pensiero.
„Il ricevimento, la messa, il pranzo, “ la colonia”, la gente di quel giorno, tutto in quell‘ambiente era come pazzo.
Ogni giro, ogni voce, ognuno di noi sembrava scappato da un film di Federico Fellini…
Peró non c‘era un film, c‘era tutta veritá.
Siamo lí, coinvolti nel rendere indimenticabile quel giorno.
Faccio un giro per il bosco… Lo trovo uguale al mio bosco!. Gli stessi frutti selvatici!.
Saporiti!. Il sapore mi fa tornare alla mia terra…ma, no, no, il frutto non è un aereo.
Da questa veduta il lago è uguale al di lá…
Torno nella sala da pranzo e con uno sguardo, concludo: questo è surreale“.
La mente puó arrivare a un punto in cui la vita e la morte, il reale e l‘immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l‘incomunicabile…cessano di essere percipiti come elementi contraddittori. Raggiungere questo punto è la speranza massima che alimenta il surrealismo ( André Breton, ouvres completes, vol. 2).
Intanto il suonatore di chitarra napoletano, la vita si guadagnava.
Il prete impartiva sorrisi con cui si guadagnava il cielo.
La cuoca, i camerieri e gli ausiliari facevano il loro lavoro, quindi si guadagnavano lo stipendio.
Io restavo lí grazie ai semi che avevo seminato tempo prima, guadagnando pure e per incarico di Dio.
Guadagnando nella forza per capire e accettare il duro transito dell‘esistenza… adesso, qui lontano dalla mia terra.

Decimo pensiero.
„Gli unici che non sono qui per guadagnare qualcosa, sono i giovani handicappati della Colonia. Loro portano il cielo in se stessi; sono il cielo“.
Questo percorso antico, fatto di sassi, oggi è la sfida che la vita mi mette davanti.
Incomincio a capirlo e ad accettarlo come tale.
Intanto sono riconoscente a tutte le pietre che calpesto.
Cosí come conosco le pietre nella mia Patagonia.

COMMENTO DELLA GIURIA

Scripta manent, categoria racconto.
Terzo classificato.
Di là e di qua, primo pensiero, autore: Liliana Margherita Ursino.
Il terzo premio viene assegnato ad un racconto, che si snoda attraverso un percorso complesso ma molto ricco, costituito da dieci pensieri, ciascuno dei quali ha un suo accopagnamento che delinea sia una presa de coscienza sia un rapporto sempre più diretto con la realtà locale - „capricciosa topografia“ - di Como e di „questa Lombardia forte, arrogante, festiva e incantevole“, per concludersi con la sfida che la vita ci mette davanti con i bambini handicappati della Colonia di Plesio.
La riflessione, a cui è chiamati, è seria e non facile, ma non pedante. La scrittura, matura e sostanziosa, fa gustare i passaggi dai pensieri astratti o rievocativi alla dimensione piu personale e concreta.









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LILA URSINO e-mail: lilaursino@hotmail.com

cell. 338 2342393







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