Altre associazioni femminili a Verona
Il Filo di Arianna
Un gruppo di donne, alcune già unite da progetti politici e sociali, fonda nel 1984 l'associazione culturale femminista "Il Filo di Arianna".
Sono guidate dal desiderio di definire la loro identità femminile a partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione della differenza sessuale: la Terra non è abitata dall´"Uomo", ma da donne e da uomini, con specificità ben definite.
Lo scopo è quello di creare un luogo di incontro tra donne, in cui, liberamente, possa avvenire un confronto e uno scambio tra esperienze e saperi, che, nella differenza che è all´origine di ogni linguaggio, portino all´elaborazione di un pensiero che evidenzi il diverso sguardo di donne sul mondo.
La via che l´associazione ha scelto per realizzare il suo progetto si articola in tre momenti:
- gruppi di studio delle socie organizzatrici, i cui risultati serviranno come base per l´elaborazione del programma annuale;
- organizzazione di seminari di studio, articolati in una serie di incontri, rivolti alle socie iscritte;
- organizzazione di conferenze e convegni, aperti a tutti, pensati come momenti che consentano una più larga partecipazione di pubblico, un più ampio raggio di coinvolgimento e divulgazione.
Coerentemente con tale scopo, il Filo di Arianna invita filosofe, storiche, psicanaliste, letterate, sociologhe, favorisce confronto e discussione tra donne di diversa formazione, intreccia relazioni con altre associazioni, collegandosi al lavoro di altri gruppi in altre città, si presenta sulla scena pubblica, stabilendo rapporti con gli enti locali e collaborando con altre importanti istituzioni culturali, quali l´Università e la Società Letteraria di Verona.
Nel corso degli anni l´interesse rivolto alla politica e all´attualità pone particolare attenzione a questioni quali la difficile partecipazione delle donne alla vita istituzionale, con la conseguente necessità di una formazione alla vita politica, e la complessa relazione con le culture extraeuropee.
Gli ultimi anni sono dedicati soprattutto a un bilancio del lavoro svolto e alla ricerca di nuove interlocutrici e nuovi interlocutori, prima giovani donne, per un incontro tra diverse generazioni, poi uomini interessati al confronto tra nuova identità femminile e nuova identità maschile.
Si esce dalla separatezza dei primi anni, necessaria per acquistare sicurezza e libertà dal condizionamento della presenza culturale maschile, che spesso aveva reso le donne mute, per aprire, riaprire, un confronto politico sul cambiamento della relazione tra donne e uomini.
La ricerca non è conclusa: l'identità sessuale non è fissa e immutabile, ma in continuo divenire, identità nomade che si costruisce e decostruisce in un processo continuo di definizione di sè.